È stato recentemente pubblicato sul sito del Tesoro, il Conto Annuale 2014 del personale delle amministrazioni pubbliche, tra i quali quelli relativi al personale degli Enti pubblici di ricerca o in servizio presso altre amministrazioni ma con il contratto di lavoro del Comparto ricerca.
Il Conto Annuale raccoglie i dati sulla consistenza e i costi del personale della Pubblica Amministrazione e costituisce la fonte ufficiale di informazioni per le decisioni in materia di pubblico impiego da assumere nelle sedi istituzionali. In particolare, i dati sono utilizzati dall’ARAN per quantificare gli oneri dei rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici.
La Tabella 1 che segue riporta il numero di personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato (“personale stabile”, comprensivo dei Dirigenti a tempo determinato in quanto ricoprono posti di funzione non propriamente riconducibili ad esigenze temporanee dell’Amministrazione) in servizio nel 2014 (e suddivisi tra uomini e donne) e nel 2013. Tali dati si riferiscono a tutto il personale cui si applica il contratto del Comparto ricerca e al personale dell’ASI, benché l’Agenzia Spaziale abbia un proprio contratto che però coincide, in massima parte, con quello del Comparto ricerca.
Tabella 1
Dalla Tabella 1 osserviamo, innanzitutto, che il personale afferente al Comparto ricerca (ASI compresa) nel 2014 era di poco inferiore alle 21.000 unità, in leggero calo (-0,2%) rispetto al 2013.
Tale calo non è, però, distribuito uniformemente tra il personale. Infatti, a fronte di leggere variazioni (negative) del personale Tecnologo (-9 unità) e tecnico (-15 unità), assistiamo ad un forte incremento del personale amministrativo (+132 unità) e ad una irragionevole riduzione del personale Ricercatore di ben 138 unità. Con l’aggravante che detta riduzione è concentrata in larga parte tra i Dirigenti di Ricerca (il cui numero si è ridotto in un anno di quasi il 9%) e in parte minore, ma ugualmente grave, tra i Primi Ricercatori (diminuiti del 2,8%).
Dai dati in Tabella 1 osserviamo anche che solo il 10% dei Ricercatori e solo l’8,7% dei Tecnologi era, nel 2014, all’apice della propria carriera, a fronte del 46% dei CTER, del 40,3% degli Operatori tecnici, del 60,7% dei Funzionari amministrativi e del 37,8% dei Collaboratori amministrativi che, sempre nel 2014, erano inquadrati nel livello apicale del proprio profilo.
Ben diversa è la situazione nelle università statali ove, sempre dai dati forniti dal Conto Annuale, i Professori Ordinari e Straordinari nel 2014 erano il 25,4% dell’intero corpo docente/ricercatore e i Professori Associati, confermati e non confermati, il 33,9% (negli EPR, al II livello era inquadrato nel 2014 solo il 27,2% dei Ricercatori e Tecnologi).
Sono numeri e dati che lasciano quindi sbalorditi perché sono la chiara conferma che, in generale, i vertici degli EPR, da un lato, sono molto poco sensibili alle esigenze di carriera e di riconoscimento della crescita di professionalità dei propri Ricercatori e Tecnologi, e dall’altro ritengono che gli Enti di ricerca abbiano più bisogno di personale amministrativo che di Ricercatori.
Dalla Tabella 1 osserviamo anche che le donne costituiscono il 45,2% del personale degli Enti ma con forti differenze a seconda del profilo e livello di appartenenza. Non può non colpire (negativamente) il fatto che solo il 26% dei Dirigenti di Ricerca e solo il 32,5% dei Dirigenti Tecnologi sia costituito da donne, benché esse rappresentino il 44% dell’intero profilo dei Ricercatori e quasi il 42% dell’intero profilo dei Tecnologi. Una “difficoltà” delle donne a fare carriera si registra anche nel profilo e livello apicale degli amministrativi, dove le donne rappresentano quasi il 69% dei Funzionari amministrativi di IV livello, rispetto ad una presenza femminile del 73% tra l’intero personale amministrativo.
La ripartizione del personale tra gli Enti è riportata nella seguente Tabella 2. Il CNR impiega circa un terzo dell’intero personale stabile degli Enti, seguito a distanza dall’ENEA (12,5%), dall’Istat (9,3%) e dall’INFN (8,3%). Le donne, pur rappresentando – come già detto – il 45,2% del personale, sono poco presenti nell’INFN (meno del 25%) e nell’INRIM (il 28,6%), mentre sono più del 60% dell’intero personale nell’INDIRE, nell’ISFOL, nell’ISS e nel piccolissimo INDAM.
Tabella 2
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Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 3 dell’11 febbraio 2016.
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