Venerdì 21 ottobre è stato inviato al Presidente del CNR ed ai membri del Consiglio di Amministrazione il documento “VALUTA(MI)” che affronta il delicato tema della valutazione della ricerca, intendendo per valutazione sia la valutazione VQR che quella interna propria del CNR.
Il documento, che in poco più di un mese è stato sottoscritto da oltre 200 colleghi, nasce dalla volontà di un gruppo di ricercatori del CNR di Milano di aprire un dibattito pubblico sul tema della valutazione, volontà che, grazie al supporto dell’ANPRI, della FLC-CGIL e della RSU locale, si è concretizzata il 7 luglio scorso con un’assemblea del personale cui ha partecipato anche Giuseppe De Nicolao, uno dei fondatori dell’associazione ROARS (Return On Academic ReSearch), intervenendo sulle politiche della valutazione in generale.
Nel documento inviato ad Inguscio e al CdA tutto del CNR si sottolinea come la valutazione delle attività condotte nell’ambito dei compiti statutari del CNR sia assolutamente doverosa, ma anche come, per essere davvero efficace, la valutazione debba riguardare “il complesso delle attività condotte all’interno del CNR, considerando quelle dedite alla ricerca, all’innovazione, alla progettazione e alla divulgazione dei risultati”. Per questo motivo, è necessaria l’individuazione di adeguati strumenti di valutazione di tali differenti attività, tutte rilevanti per la filiera delle attività di ricerca del CNR (come sottolineato anche dall’art. 3 dello Statuto dell’Ente) eppure così neglette nei processi di valutazione basati essenzialmente su indici bibliometrici. È stato, inoltre, evidenziato come la filiera della ricerca non coinvolga solo i ricercatori, seppure prevalentemente, ma anche tecnologi, tecnici ed amministrativi, la cui attività in tal senso molto spesso non viene valutata, perché non riconosciuta.
Il documento sottolinea anche come l’efficacia di un qualunque strumento di valutazione sia messa in dubbio se, prioritariamente, non sono stati definiti e comunicati gli scopi della valutazione stessa e l’uso che dei suoi esiti si vorrà fare, se punitivo o di sostegno.
Si propone, quindi, di uscire da una logica meramente bibliometrica che, penalizzando i lavori con numerosi coautori, ha anche portato a cancellare il valore della collaborazione tra discipline diverse e differenti gruppi di ricerca, per intraprendere una procedura di valutazione nuova, che sviluppi strumenti di misura adeguati a rappresentare la complessità della ricerca nel CNR.
Si chiede, infine, di valorizzare l’Ente in tutte le sedi, internamente, a partire dalla piattaforma People, la cui tortuosità e incongruità difficilmente riesce a rappresentare quello che i dipendenti fanno; ed esternamente, dai tavoli di discussione sulla VQR alla stampa, a fronte di campagne di disinformazione che risultino basate su letture distorsive e incongruenti dei dati che riguardano la ricerca ed i ricercatori.
Il documento, che può essere ancora sottoscritto qui, sarà a breve inviato anche ai componenti il Consiglio Scientifico del CNR che è stato recentemente nominato.