Nella notte del 5 aprile è stato firmato all’ARAN l’ipotesi di accordo quadro con il quale vengono definiti i nuovi comparti di contrattazione e le relative aree dirigenziali che, come prescritto dalla legge n. 150/2009 (la cosiddetta “Brunetta”), sono stati ridotti da 11 a 4.
Gli Enti Pubblici di Ricerca e l’ASI (l’Agenzia Spaziale italiana) fanno ora parte del nuovo comparto “Istruzione e ricerca”, in cui confluiscono anche gli oramai ex comparti della Scuola, dell’Università e dell’AFAM (le istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e coreutica). Restano ovviamente esclusi dal nuovo comparto i docenti e ricercatori universitari che non sono contrattualizzati.
Gli altri tre comparti nuovi sono quello delle “Funzioni centrali”, cui confluiscono i Ministeri, le Agenzie fiscali e gli Enti Pubblici non Economici (EPNE), quello delle “Funzioni locali”, cui confluiscono Regioni, Province, Comuni e Camere di Commercio, e il Comparto “Sanità” (l’unico a mantenere la sua identità). A questi comparti si aggiunge un quinto comparto, esplicitamente prescritto dalla “Brunetta”, riservato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’ANPRI è moderatamente soddisfatta dell’esito delle trattative, specie perché l’unica possibile alternativa era il comparto delle “Funzioni centrali”. Infatti, come già evidenziato in passato, diverse affinità (soprattutto in termini di autonomia professionale) ci sono tra i Ricercatori e Tecnologi degli EPR e i docenti della scuola e dell’AFAM ma nessuna con i funzionari dei Ministeri e degli EPNE (subordinati gerarchicamente alla dirigenza amministrativa).
Inoltre, l’ANPRI è riuscita a salvaguardare la distinta disciplina da riservare nel futuro contratto ai Ricercatori e Tecnologi degli EPR, che nell’art. 8 dell’accordo quadro sono citati come le “specifiche professionalità che continuino a richiedere, anche nel nuovo contesto, una peculiare regolamentazione”. Ciò vuol dire che il comparto “Istruzione e ricerca” avrà una parte normativa comune a tutto il personale del comparto e una “specifica sezione” dove trattare gli aspetti più caratteristici dell’ex comparto Ricerca, al cui interno verranno disciplinate in maniera distinta le peculiarità professionali dei Ricercatori e Tecnologi (come d’altronde già avviene oggi). Pur avendo ricevuto rassicurazioni dall’ARAN, la CIDA e altre confederazioni hanno ritenuto opportuno inserire nell’ipotesi di CCQ delle dichiarazioni a verbale che ribadiscono l’applicazione al personale della ricerca transitato in amministrazioni afferenti ad altri comparti (es: INAIL, ANPAL, ecc.) delle norme contrattuali che saranno definite per il personale degli EPR (comprese quelle previste nella distinta disciplina per i ricercatori e tecnologi).
Va sottolineato fin d’ora, però, che in conseguenza dell’enorme numero di addetti del nuovo comparto (più di un milione), per mantenere la rappresentatività nei tavoli contrattuali (nazionali e integrativi di Ente), l’ANPRI dovrà trovare accordi o affiliazioni con altre sigle sindacali.
Nel frattempo, l’ANPRI continua il suo impegno costante per ottenere, attraverso il decreto legislativo che la Funzione Pubblica sta per licenziare in attuazione della delega ricevuta con la legge 124/2015 (art.13, Semplificazione delle attività degli Enti di Ricerca), il maggior numero possibile di elementi di stato giuridico, in modo da mettere “in sicurezza”, perché definiti per legge, i principali elementi costitutivi dello status professionale dei Ricercatori e Tecnologi, sottraendoli di conseguenza alla contrattazione. Le proposte dell’ANPRI per definire il ruolo dei Ricercatori e Tecnologi degli EPR, che saranno consegnate nei prossimi giorni a vari interlocutori politici e istituzionali, sono disponibili sul sito web dell’Associazione.