E’ stato approvato ieri dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo “Semplificazione delle attività degli Enti pubblici di ricerca” (n. 329) che assegna agli Enti più autonomia, maggiore flessibilità nelle procedure per le assunzioni e il compito di recepire negli Statuti e nei Regolamenti i principi della Carta Europea dei ricercatori.
Sarà però necessario attendere la pubblicazione ufficiale del decreto per capire in che modo il Governo avrà dato risposta alle osservazioni del Consiglio di Stato e alle tante condizioni poste dalle Commissioni di Camera e Senato, tra cui la richiesta di costituire organismi di rappresentanza elettiva dei Ricercatori e Tecnologi, proposta sostenuta dall’ANPRI nel corso delle audizioni parlamentari.
Al momento, fonti di stampa danno per certo che il decreto preveda l’istituzione presso il MIUR del Consiglio nazionale dei ricercatori e tecnologi, nonché l’istituzione di un Comitato di esperti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Confermata anche la istituzione della Consulta dei Presidenti degli Enti.
Per quanto riguarda la spesa per il personale, sembra certo che il tetto dell’80% andrà calcolato sulla media dei 3 bilanci precedenti, calcolando tutti i fondi disponibili in bilancio e non solo i trasferimenti pubblici.
Sembra che sia stato innalzato il periodo di congedo di cui possono usufruire ricercatori e tecnologi (non più solo di ruolo), portandolo da un massimo di un anno ogni cinque anni di servizio ad un massimo di cinque ogni dieci anni di servizio, come richiesto dall’ANPRI. Soppresso anche il divieto prima previsto di assumere personale tecnico-amministrativo in misura superiore al 30 % delle possibilità assunzionali. La percentuale di ricercatori e tecnologi da assumere con chiamata diretta per merito eccezionale è stata ridotta dal 10 al 5% (riduzione fortemente richiesta dall’ANPRI); inoltre, il numero di chiamate dirette non potrà superare il numero delle assunzioni fatte nel medesimo anno per concorso e dovranno essere contabilizzate ulteriori entrate appositamente destinate alle chiamate dirette. Sarebbe stata poi soppressa l’ipotesi di commissariamento dell’ente per mancato raggiungimento degli obiettivi
Confermate, infine, anche le semplificazioni già presenti nella bozza di decreto su acquisti pubblici, missioni e ricorso a contratti a termine senza più il bisogno della valutazione preventiva della Corte dei conti.
Nella stessa seduta, il Consiglio dei ministri ha approvato anche gli altri quattro decreti legislativi che completano l’attuazione della riforma della P.A. (legge Madia). Si tratta del riordino della dirigenza, del Testo unico sui servizi pubblici locali, delle norme per la semplificazione della P.A. e del riordino delle Camere di commercio.
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