Non si sono ancora sopite le polemiche in merito alle improvvide dichiarazioni del neo presidente del CNR, Massimo Inguscio, riguardanti l’etica nella ricerca (“… e guai a chi parla dell’etica superiore a tutti perché questi era Robespierre”) e l’accostamento tra il protagonista della Rivoluzione francese e la senatrice a vita Elena Cattaneo, polemiche culminate con la richiesta di dimissioni avanzata dall’Associazione “Libertà e Giustizia” e sottoscritta da decine di prestigiosi studiosi (tra cui Nando Dalla Chiesa, Stefano Rodotà, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky), che il nome di Inguscio torna agli onori della cronaca politica.
E lo fa con un’interrogazione al ministro Giannini presentata da alcuni senatori del Movimento 5 Stelle, primo firmatario il sen. Nicola Morra, i quali hanno chiesto al ministro Giannini di sapere “quali siano le ragioni per le quali, contrariamente a quanto riportato nel decreto di nomina del professor Inguscio a presidente del CNR, il Ministro in indirizzo non abbia tenuto conto della valutazione effettuata dal preposto comitato di selezione, anche in considerazione del fatto che, a parere degli interroganti, tale nomina può risultare offensiva e mortificante non soltanto per gli scienziati che hanno ottenuto giudizi e punteggio di gran lunga migliori del presidente prescelto, ma anche per l’intero comitato di valutazione che ha visto totalmente ignorate le proprie valutazioni” (interrogazione a risposta orale 3/02793).
Dai documenti in possesso degli interroganti risulta, infatti, che, nella rosa finale dei cinque candidati alla presidenza del CNR, Inguscio si sia piazzato al terzo posto, a pari punti (86 su 100) con l’oncologa Adriana Albini e il presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Roberto Danovaro, tutti giudicati dalla Commissione di selezione in possesso di “competenze scientifiche molto buone ed esperienze gestionali molto buone”, preceduto sia dal chimico Vincenzo Barone (primo con 95 punti) che dal direttore dell’European Synchrotron Radiation Facility, Francesco Sette (secondo con 92 punti), entrambi giudicati in possesso di “eccellenti competenze scientifiche ed eccellenti competenze gestionali”.
Per tale motivo, gli interroganti domandano se la nomina di Inguscio alla presidenza del CNR sia stata il “frutto di una svista oppure della precisa volontà di nominare al vertice del più grande e prestigioso ente di ricerca del Paese, che assorbe risorse pubbliche per circa un miliardo di euro all’anno, un candidato di terza scelta”.