Il trasferimento di personale dall’INAPP (ex ISFOL) all’ANPAL oggetto di interrogazione alla Camera

Giovedì 2 marzo presso la Commissione Lavoro pubblico e privato (XI) della Camera si è svolta l’interrogazione 5-10369, avente come prima firmataria l’on. Tiziana Ciprini (M5S), sulle procedure di trasferimento di personale dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP, ex ISFOL) all’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL).

L’interrogazione, ricordando che il DPCM del 13 aprile 2016 ha previsto il trasferimento all’ANPAL di 100 unità di personale dell’ISFOL e che solo una minima parte dei trasferimenti è avvenuta su base volontaria, affermava che “nella definizione della struttura e del modello organizzativo dell’ANPAL non sono stati chiariti ruoli e compiti del personale di ricerca che dovrebbe esservi trasferito da ISFOL” e che “tra le funzioni dell’ANPAL è esclusa qualunque funzione di ricerca, studio e analisi”, il che avrebbe reso problematica la collocazione del personale ex ISFOL nell’ANPAL.

Da qui la richiesta al Governo se non intenda assumere iniziative di revoca dei provvedimenti di trasferimento obbligatorio “per favorire una più corretta e opportuna collocazione del personale proveniente dall’ex Isfol che sia rispettosa delle funzioni, della professionalità e delle competenze maturate dai medesimi dipendenti”. Inoltre, gli interroganti chiedevano di conoscere quali iniziative intendesse intraprendere il Governo “per superare le criticità dei processi di trasferimento anche dei dipendenti cosiddetti precari dall’ex ISFOL ad ANPAL, favorendo l’apertura di un tavolo di confronto tra le organizzazioni dei lavoratori e la parte datoriale pubblica che eviti – da una parte – la dispersione del patrimonio pubblico di competenze e professionalità in materia di formazione e lavoro maturate dal personale ex ISFOL e – dall’altra – gravi ripercussioni sull’efficienza della struttura e sull’efficacia delle funzioni di politica attiva del lavoro svolte o dei servizi resi da ANPAL”.

Per il Governo ha risposto Luigi Bobba, Sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, rilevando che l’art. 9, comma 1, del D.Lgs. 150/2015 “nell’elencare le funzioni e i compiti dell’ANPAL, include alcune attività che necessitano di una forte competenza tecnico-scientifica, tra i quali, a mero titolo esemplificativo, la definizione delle metodologie di profilazione degli utenti, allo scopo di determinarne il profilo personale di occupabilità e la determinazione delle modalità operative dell’assegno di ricollocazione e di altre forme di coinvolgimento dei privati”. Inoltre, proprio a fronte tali funzioni e compiti, l’art. 13 dello statuto dell’Agenzia (v. DPR 108/2016) ha previsto la costituzione di strutture non dirigenziali di ricerca e di consulenza tecnico-scientifica. Le funzioni di ricerca dell’ANPAL sono anche riconosciute dall’art. 19 del D.Lgs. 218/2016 che fa espresso riferimento al personale e alle funzioni di ricerca trasferite all’ANPAL.

È pertanto da ritenersi scongiurata, secondo il Sottosegretario, la paventata dispersione delle competenze e professionalità in materia di formazione e lavoro maturate dal personale ex ISFOL.

Il Sottosegretario ha quindi precisato che le procedure di trasferimento del personale operante presso l’INAPP si sono sviluppate nell’arco di circa cinque mesi, con numerosi incontri tenuti dai vertici dell’Agenzia a scopo informativo e di coinvolgimento. Inoltre, l’avviso dello scorso 4 gennaio, di avvio delle procedure per il trasferimento volontario all’ANPAL di 40 unità di personale a tempo determinato operanti presso l’INAPP, “ha visto la partecipazione volontaria di 51 dipendenti INAPP, tra cui diciotto tra ricercatori e tecnologi”.

L’interrogante si è però dichiarata insoddisfatta ed ha ulteriormente sottolineato “la mancanza di chiarezza sui ruoli e sui compiti del personale di ricerca che dovrebbe essere trasferito dall’ISFOL e “l’assoluta opacità che caratterizza le procedure di selezione e di trasferimento del personale, privo di informazioni e scarsamente coinvolto nel procedimento”.

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