Comunicato SZN del 13 febbraio 2018. Nuovo CCNL del Comparto Istruzione e Ricerca: molte ombre e qualche luce

L’8 febbraio scorso è stato sottoscritta l’Ipotesi preliminare di nuovo CCNL del Comparto Istruzione e Ricerca, reperibile sul sito dell’ARAN. La FGU (FEDERAZIONE GILDA UNAMS), cui fa parte l’ANPRI all’interno del Dipartimento Ricerca, ha deciso di non sottoscrivere tale ipotesi (rinviando ogni decisione in merito successivamente alla consultazione dei propri organismi statutari), ritenendo insoddisfacente l’impianto generale del contratto e non sufficienti le risorse economiche stanziate dal Governo, in particolare quelle destinate al settore della Scuola.

Per quanto riguarda la Ricerca, l’Ipotesi di CCNL prevede (irrisori) aumenti retributivi a partire dal 1° gennaio 2016, che danno così origine ad arretrati che per i R&T sono riassunti nella tabella di sinistra che segue, differenziati per livello e fascia stipendiale e calcolati nell’ipotesi in cui non ci sia stato passaggio di fascia stipendiale dal 1° gennaio 2016 al 28 febbraio 2018. A partire dal 1° marzo 2018, il CCNL va di fatto a regime per la parte economica; per i R&T è previsto, a decorrere dal 1° marzo 2018, anche un lieve aumento dell’Indennità di Valorizzazione Professionale. I conseguenti aumenti lordi mensili complessivi, sempre differenziati per livello e fascia stipendiale, sono riportati nella tabella di destra che segue.

  

Da un punto di vista giuridico, tra le poche novità positive presenti nel testo vi è il computo dell’orario di lavoro dei R&T che va fatto su base quadrimestrale e non più trimestrale, migliorando la flessibilità e riconoscendo sempre più autonomia ai R&T nella gestione del proprio orario di lavoro. A differenza di quanto da alcuni forse auspicato, il nuovo CCNL non introduce per i R&T l’obbligo di utilizzare sistemi automatici per la rilevazione dell’orario di lavoro. A questo proposito, l’ANPRI auspica che la sperimentazione per l’uso di metodi alternativi al cartellino, che sta procedendo in maniera positiva alla SZN, diventi definitiva e trovi maggiori consensi, specie tra i numerosi R&T reclutati negli ultimissimi anni di R&T, sia a TD che a TI, grazie alla costanza e alla determinazione del Presidente, prof. Danovaro.

Un’altra novità importante è costituita dal comma 4 dell’art. 77 che, richiamandosi esplicitamente al d.lgs. 218/2016 sulla “Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca”, stabilisce che “gli Enti assicurano ai ricercatori e tecnologi la rappresentanza elettiva nei propri organi scientifici e di governo”, confortando così l’interpretazione dell’ANPRI del diritto dei R&T ad essere eletti negli organi scientifici e di governo dell’Ente in cui lavorano.

A questo proposito si informa che il ricorso presentato al TAR dall’ANPRI avverso lo Statuto della SZN “nella parte in cui non prevede la rappresentanza elettiva dei ricercatori e dei tecnologi nel Consiglio di Amministrazione e nel Consiglio Scientifico dell’Ente” è stato ammesso al dibattito e sarà oggetto di udienza pubblica a luglio di quest’anno.

Il nuovo CCNL, pur deludente per la parte economica, contiene dunque aspetti interessanti, da seguire nella loro applicazione, e che l’ANPRI, attraverso la FGU, si impegnerà a perseguire e controllare nell’applicazione nei diversi Enti, sempre nell’interesse di tutti i lavoratori della Ricerca Italiana, ed in particolare dei R&T che troppo spesso sono trascurati nei loro diritti anche più elementari.

A tal proposito si ricorda che dal 17 al 19 aprile si terranno le elezioni per le nuove Rappresentanze Sindacali Unitarie cui parteciperà l’ANPRI nelle nuove vesti di Dipartimento Ricerca della FGU. È molto importante dare all’ANPRI una voce in questo organo che rappresenta tutti i lavoratori dell’Ente e che dovrà svolgere un delicato ruolo in questo momento di grande cambiamento per il nostro Ente.

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Raffaella Casotti

Gianpaolo Pulcini

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