Si è svolto ieri l’incontro tra l’ARAN e le Confederazioni sindacali per tentare di arrivare ad un accordo quadro sulla nuova composizione dei comparti e delle aree di contrattazione.
Piccoli passi in avanti si sono registrati con la nuova proposta fatta dal presidente dell’ARAN che riporta il numero dei comparti da 3 a 4, accettando di considerare la Presidenza dei Ministri non più come un comparto a se stante (come era stato proposto a novembre) ma solo come un’area aggiunta (con modalità da definire) ai 4 comparti previsti dalla legge 150/2009 (Brunetta).
Il presidente dell’ARAN, Sergio Gasparrini, ha poi nuovamente precisato che i criteri guida per le aggregazioni nei comparti sono principalmente due: la “caratterizzazione” delle diverse amministrazioni e categorie e la relative “quantità” dei dirigenti e dipendenti.
Alla luce di questi criteri, quindi, l’ipotesi avanzata dall’ARAN prospetta un comparto riferito al settore sanità, uno alla scuola, uno agli enti territoriali ed uno alle amministrazioni centrali (stato, agenzie, epne, ecc.), all’interno del quale verrebbe collocato anche l’ex comparto Ricerca che possiede il requisito della “caratterizzazione” ma non quello della “quantità”. Al fine di salvaguardare le specificità settoriali (e di conseguenza anche la rappresentatività) all’interno dei nuovi comparti si potranno, inoltre, prevedere delle sezioni contrattuali.
La delegazione CIDA (di cui fa parte il SG dell’ANPRI) ha espresso parziale apprezzamento sui criteri dell’ipotesi presentata, ribadendo però la richiesta di rivedere la composizione dei comparti, prevedendo un comparto della “conoscenza” che unisca al suo interno settori affini come la scuola, l’università e gli Enti di ricerca. Il presidente della FP-CIDA Rembado si è inoltre dichiarato favorevole ad introdurre, per ciascuno dei comparti, delle autonome sezioni contrattuali, sottolineando la necessità di mantenere, nella sezione “ricerca”, la distinta disciplina per ricercatori e tecnologi.
La discussione proseguirà dopo le festività natalizie con l’obiettivo di pervenire ad un accordo entro gennaio 2016.