Mentre infuriano ancora le polemiche su come sia stato assegnato ad una fondazione di diritto privato, finanziata con fondi pubblici, quale è l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), il compito di predisporre la proposta per la realizzazione dell’ambizioso e costosissimo progetto Human Technopole (1,5 miliardi di euro pubblici, una cui prima trance è già stata versata all’IIT), relegando le Università e gli Enti di ricerca ad un ruolo di meri gregari, il MIUR fa sapere, con un Comunicato stampa del 22 marzo, che la proposta è già stata consegnata il 24 febbraio e che “l’elaborazione della proposta scientifica è avvenuta nel corso di quattro mesi di lavoro, coinvolgendo gli scienziati di IIT, quelli di diverse Istituzioni, fra cui i delegati dei rettori delle Università milanesi, le principali realtà cliniche (IRCSS) dell’area di Milano e alcuni soggetti nazionali di massima rilevanza scientifica”.
Nessun chiaro accenno, quindi, alla partecipazione e al ruolo del CNR e di altri Enti di ricerca pubblici, in questo progetto che, è bene ricordarlo, rappresenta il più grosso finanziamento in ricerca, fatto con soldi pubblici sottratti alla ricerca pubblica ordinaria, degli ultimi decenni! E pensare che il neo Presidente del CNR, Massimo Inguscio, il 7 marzo scorso, quando la proposta era già stata elaborata dall’IIT ed inviata al MIUR due settimane prima, affermava sulle colonne de La Repubblica che “il CNR farà sinergia con l’IIT, e anche l’IIT la vuole fare. Stiamo discutendo, il CNR può tranquillamente essere l’ente forte che ha le competenze e la presenza su scala nazionale”. Si potrà quindi discutere, forse, di ciò che l’IIT ha già deciso di poter far fare al CNR, ma non della sostanza del progetto, non delle finalità, non degli obiettivi generali.
La proposta progettuale, elaborata dal pool di esperti e istituzioni individuati dal governo, è stata quindi inviata “ad un panel di valutatori internazionali di altissimo profilo” costituito, si legge sempre nel Comunicato, da “soggetti indipendenti che daranno un giudizio sul piano di lavoro, comprensivo di tutte le prescrizioni utili per la finalizzazione del programma, secondo quanto previsto dai migliori standard internazionali. La valutazione si concluderà entro la seconda metà di aprile”.
Al termine della valutazione, “il Governo definirà il livello d’investimento e le modalità operative della gestione del progetto esecutivo, attraverso provvedimenti che saranno vagliati dal Parlamento”.
Ma cosa succederà se la valutazione dovesse essere negativa? O forse il “panel di valutatori internazionali di altissimo profilo” non potrà far altro che dare una valutazione complessivamente positiva alla proposta progettuale presentata dall’IIT cosicché… “tutti vissero felici e contenti”?