Il Governo si appresta ad esercitare la delega che la legge 124/2015 gli ha attribuito per favorire e semplificare le attività degli Enti pubblici di ricerca (art. 13). Uno dei punti qualificanti della delega impegna il Governo a “garantire il recepimento della Carta europea dei ricercatori e del documento European Framework for Research Careers, con particolare riguardo alla libertà di ricerca e all’autonomia professionale; consentire la portabilità dei progetti di ricerca e la relativa titolarità valorizzando la specificità del modello contrattuale del sistema degli enti di ricerca”. Come si ricorderà, questi obiettivi sono stati proposti e sostenuti dall’ANPRI con la petizione “Per lo stato giuridico dei ricercatori e tecnologi degli EPR” che raccolto circa 2mila firme di ricercatori, tecnologi, docenti universitari, scienziati ed esperti del mondo della ricerca. Ora, finalmente, c’è la possibilità di vederli recepiti in un decreto legislativo.
L’ANPRI, che ha tra le sue mission fondanti la definizione per legge del ruolo e status dei Ricercatori e Tecnologi degli Enti pubblici di ricerca, mette oggi a disposizione dei ministri che dovranno redigere il testo del decreto legislativo, un Contributo con il quale finalizza il lavoro avviato sin dalla sua costituzione, la cui cornice di riferimento è stata illustrata nell’audizione presso la VII Commissione del Senato della Repubblica, nell’ambito dell’affare assegnato alla stessa Commissione in ordine agli Enti pubblici di ricerca (n. 235). Dalla successiva risoluzione, approvata all’unanimità dalla VII Commissione del Senato, hanno poi tratto origine, pur tra mille difficoltà ma con il determinante contributo propositivo dell’ANPRI, i provvedimenti normativi che oggi mettono il Governo nelle condizioni di redigere gli strumenti normativi indispensabili per allineare il Sistema ricerca del Paese agli standard internazionali.
L’ANPRI auspica che uno dei punti più critici del Sistema della ricerca, determinato, per ormai diffusa convinzione anche ai vertici del MIUR, dalla mancanza di una normativa di ruolo e status dei ricercatori e tecnologi degli Enti pubblici di ricerca, trovi a breve soluzione nei termini suggeriti e proposti dall’ANPRI, determinando in tal modo la condizione necessaria, ma non sufficiente, per avviare a soluzione le “strozzature” che impediscono al Sistema ricerca italiano, nel suo complesso, di dare al Paese l’impulso per lo sviluppo e la crescita di cui ha assoluta necessità.