Ricordate quando il CNR, per consentire la progressione di livello ex art. 54 di 417 tecnici/amministrativi (previste da un’ipotesi di accordo sindacale), decise di tagliare la Pianta Organica (PO) dei livelli apicali dei Ricercatori, eliminando in particolare 96 posti di Dirigente di Ricerca e 225 posti di Primi Ricercatori?
L’ANPRI protestò duramente (si vedano, ad esempio, i Comunicati del 22 maggio, del 27 maggio e del 9 luglio 2015) contro una così grave decisione del CNR che stroncava le speranze di carriera di tanti Ricercatori e le potenzialità di ricerca dell’Ente. L’ANPRI inviò anche una lettera all’allora Presidente Nicolais e a tutto il CdA e si fece promotore, insieme ad Articolo 33, di una Petizione indirizzata al ministro Giannini contro tali tagli, cui seguì un’interrogazione parlamentare del sen. Bocchino.
Alle proteste dell’ANPRI, l’Amministrazione Centrale del CNR risposte affermando che il taglio della PO dei livelli apicali dei Ricercatori sarebbe stato provvisorio e che la dotazione organica sarebbe stata ripristinata non appena espletate le progressioni di carriera dei tecnici ed amministrativi. Stesse assicurazioni date da alcune Sigle sindacali nel tentativo di giustificare ai “loro” ricercatori il loro operato. Anzi, tali Sigle sindacali emisero anche comunicati che assicuravano e rassicuravano sul fatto che la battaglia dell’ANPRI fosse una mistificazione, fino al punto di chiedere tavoli separati di contrattazione perché l’ANPRI non accettava di sottoscrivere l’accordo citato. L’Accordo, cioè, che sanciva, in un Ente di ricerca, l’impossibilità di progressione di carriera per i soli Ricercatori.
È passato un anno ed ecco che le colossali bugie del CNR (e non solo) vengono miseramente a galla. Sì, perché, benché a pag. 68 della bozza del nuovo Piano Triennale delle Attività 2016-2018 si legga che “l’Amministrazione provvederà a rideterminare la dotazione organica al fine di riassegnare ai livelli I, II e III la disponibilità corrispondente alla riduzione temporaneamente effettuata” nel 2015, le rimodulazioni delle PO proposte nel triennio 2016-2018 consentono un recupero solo irrisorio dei posti in PO dei livelli apicali dei Ricercatori.
In particolare, a fronte del taglio di 96 posti di Dirigente di ricerca e di 225 posti di Primo Ricercatore, il CNR prevede nell’intero triennio 2016-2018 un ripristino di 39 posti di Dirigente di Ricerca e di soli 33 posti di Primo Ricercatore! Penalizzata anche la PO dell’intero profilo di Ricercatore che, dopo il taglio di 45 posti realizzato nel 2015, sarà ulteriormente sfoltita di 22 posti nel prossimo triennio.
D’altronde, già un anno fa scrivemmo che il taglio della PO dei livelli apicali dei Ricercatori sarebbe stata un’operazione irreversibile dato che i tagli deliberati nel 2015 valevano oltre 19,5 milioni di euro, somma non recuperabile attraverso un successivo taglio della PO del personale tecnico ed amministrativo. E infatti, i corrispondenti aumenti di posti in PO previsti nel nuovo Piano Triennale valgono meno di 4,7 milioni di euro, un quarto circa di quanto tagliato nel 2015. Anche per quanto riguarda l’intero profilo di Ricercatore, la nuova rimodulazione della PO comporterà un aumento di soli 233mila euro, a fronte del taglio di 7,4 milioni di euro realizzato nel 2015!
Ci chiediamo allora come può il CNR affermare che le rimodulazioni della PO previste nel Piano Triennale consentono di “riassegnare ai livelli I, II e III la disponibilità corrispondente alla riduzione temporaneamente effettuata” nel 2015: forse l’Ente ha qualche grave problema con la matematica, anche quella più elementare, oppure immagina che i suoi Ricercatori e l’ANPRI siano dei babbei!
E ci chiediamo come reagiranno a questa rimodulazione della PO le Sigle sindacali che a suo tempo, con tanta leggerezza, hanno avallato il taglio degli organici dei Ricercatori di I e II livello!
Si può fare meglio di quanto ora proposto dall’Ente? Come abbiamo anche qui ricordato, i tagli effettuati l’anno scorso sono stati così pesanti che un recupero pieno delle PO non è possibile. Qualcosa di meglio, però, si può fare. Ad esempio, si possono tagliare circa novanta posti in PO del personale tecnico ed amministrativo, laddove le vacanze sono più consistenti, e con i 2,8 milioni di euro così recuperati si può aumentare la PO dei Primi Ricercatori di 50 unità. E questa è solo una prima ipotesi.
L’ANPRI assicura a tutti i Ricercatori che farà quanto in suo potere affinché l’impegno preso dal CNR di “riassegnare ai livelli I, II e III la disponibilità corrispondente alla riduzione temporaneamente effettuata” nel 2015 si concretizzi pienamente, sperando di non essere lasciata praticamente sola anche in questa battaglia.
Gianpaolo Pulcini
Segretario Nazionale, Responsabile CNR