È durato pochi mesi l’incarico di Direttore Generale f.f. affidato dal CdA del CNR al dott. Massimiliano Di Bitetto, fors’anche a seguito della condanna per condotta illecita nell’affidamento di incarichi comminatagli dalla Corte dei Conti, come da noi riportato nella Newsletter 8/2016.
Il CNR ha infatti, pochi giorni fa, pubblicato l’avviso a presentare manifestazioni di interesse per la posizione di Direttore Generale che sarà nominato dal Consiglio di Amministrazione su proposta del Presidente, previo esame delle candidature da parte di un Search Committee composto da esperti nominati dal Presidente. Le candidature devono essere presentate entro il 21 luglio c.a. e saranno selezionate sulla base del curriculum vitae e, ove necessario, di uno o più colloqui con i candidati. Al termine della procedura, il Search Committee presenterà al Presidente una rosa di almeno tre candidati, con la descrizione degli elementi significativi che la motivano.
Al nuovo DG sarà corrisposta una retribuzione massima di 180.000 euro lordo. Tale compenso comprende una quota della retribuzione di risultato annuale il cui ammontare è fissato dal CdA fino ad un massimo di 60.000 euro. Al nuovo DG spetterà quindi un aumento di 18.000 euro (Inguscio aveva proposto al CdA un aumento doppio, pari a 36.000 euro) rispetto al suo predecessore, Paolo Annunziato, cui spettava una retribuzione complessiva massima di 162.000 euro, comprendente la retribuzione di risultato pari a 49.303 euro.
Per un Ente che da anni chiude i bilanci in rosso e che pochi mesi fa ha rastrellato i fondi residui dei progetti di ricerca degli Istituti (si veda, ad esempio, il Comunicato del 5 aprile 2016), un siffatto aumento della retribuzione del DG (+11%) che riguarda anche la parte fissa della retribuzione, non trova giustificazione alcuna.
Indipendentemente dall’entità della retribuzione spettante al nuovo DG, riteniamo indispensabile che l’Ente attivi rapidamente anche i Concorsi per la copertura di tutti i posti di I e II fascia della Dirigenza amministrativa, superando le assegnazioni “provvisorie” che oggi caratterizzano molte posizioni. Questo per consentire un deciso cambiamento del modo di gestire l’Ente che abbia come sua priorità il soddisfacimento delle esigenze e dei bisogni della rete scientifica.
Questa notizia è stata pubblicata nella newsletter ANPRI n. 14 del 14 luglio 2016.
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