Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 25-11-2016 (Serie generale) è stato pubblicato il Decreto legislativo n. 218/2016 “Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca ai sensi dell’articolo 13 della legge 7 agosto 2015, n. 124”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 novembre.
Si tratta indiscutibilmente di un passaggio importante per la ricerca del Paese, per tutti gli Enti pubblici di ricerca e, in particolare, per i Ricercatori e Tecnologi i quali finalmente ottengono un primo riconoscimento del loro “status” come comincia a delinearsi con l’elenco dei diritti e doveri indicati nell’art. 2, tra cui il diritto ad avere una rappresentanza elettiva di R&T negli organi scientifici e di governo di tutti gli Enti e compreso il personale ex ISPESL trasferito in INAIL e il personale già ISFOL trasferito in ANPAL. Siamo consapevoli che tratta solo di un primo passo e che si dovrà lavorare ancora molto per arrivare ad un vero e proprio stato giuridico, ma la strada si è aperta – grazie soprattutto all’impegno costante e deciso dell’ANPRI – e sta adesso a noi tutti fare in modo che non si richiuda.
Nel rispetto dei diritti e doveri dei ricercatori e tecnologi definiti nel decreto, entro sei mesi gli Enti dovranno adeguare i propri Statuti e Regolamenti per recepire la Carta Europea dei Ricercatori, il Codice di condotta per l’assunzione dei Ricercatori e lo European Framework for Research Careers. Gli Statuti, in particolare, dovranno prevedere “modelli organizzativi preordinati alla valorizzazione, partecipazione e rappresentanza dell’intera comunità scientifica nazionale di riferimento”. A partire dal 2018, l’attuazione da parte degli Enti delle prescrizioni e delle indicazioni contenute nel decreto e nei documento europei sarà monitorata annualmente dai Ministeri vigilanti che dovranno predisporre, annualmente una relazione da inviare al Parlamento.
L’ANPRI esprime inoltre convinta soddisfazione per il recepimento di alcune importanti proposte che da tempo l’Associazione avanza e sostiene con l’obiettivo di modernizzare il sistema, superandone la frammentazione e valorizzare il ruolo dei Ricercatori e Tecnologi.
L’istituzione del Consiglio nazionale dei ricercatori e tecnologi (rappresentativo di TUTTI gli Enti) che potrà esprimere pareri e proposte ai Ministeri vigilanti e alla Presidenza del Consiglio sulle tematiche attinenti la ricerca, così come richiesto anche dai rappresentanti del personale eletti negli EPR vigilati dal MIUR, costituisce indubbiamente un primo concreto passo per il riconoscimento di diritti fondamentali indicati nella Carta europea dei ricercatori.
Il riconoscimento dell’autonomia statutaria e regolamentare degli Enti di ricerca, tutti senza distinzione alcuna, è l’altro grande punto qualificante del decreto 218, che riprende e rilancia il progetto di dare unitarietà al sistema della ricerca, avviato venticinque anni fa da Ruberti.
Raccogliendo le indicazioni e le proposte contenute nei pareri delle Commissioni parlamentari, il testo finale ha riformulato in maniera più idonea il limite che gli Enti dovranno rispettare per assicurare la sostenibilità della spesa e gli equilibri di bilancio. Eliminato il parametro del turnover, ora gli Enti potranno adottare in piena autonomia dei Piani triennali di attività, con i quali determinare la consistenza e le variazioni dell’organico e del piano di fabbisogno del personale.
Gli Enti potranno inoltre dotarsi di regolamenti che semplifichino le procedure di acquisto di beni e servizi funzionalmente destinati all’attività di ricerca e che individuino le condizioni di rimborso delle spese di missione. Ridotto, infine, al 5%, come richiesto dalle OO.SS., la possibilità di ricorrere alle assunzioni per chiamata diretta.
Nei prossimi giorni approfondiremo i contenuti del decreto ed elaboreremo un commento più preciso e dettagliato anche con riferimento ai nodi che il d.lgs. 218 non ha affrontato. Poiché la legge delega non consentiva l’introduzione di norme che comportassero maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato non c’è alcune proposta per l’assorbimento del precariato o per il recupero dei tagli effettuati negli passati ai finanziamenti ordinari degli EPR. Valuteremo pertanto le reali intenzioni del Governo nei confronti della ricerca pubblica in base ai contenuti della legge di Stabilità.
E’ stato necessario molto tempo per raggiungere questo primo importante risultato. Da oggi il Governo ha tempo 12 mesi per adottare decreti integrativi e correttivi che indirizzino in modo ancora più deciso verso un’effettiva ed omogenea attuazione dei principi della Carta europea dei ricercatori in tutti gli Enti di ricerca.
La Segreteria Nazionale
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DECRETO LEGISLATIVO 25 novembre 2016, n. 218