Il CNR ha avviato il progetto Coffee B.R.E.A.K.S. la cui finalità è “permettere a tutti i dipendenti di esprimersi sul sistema di valutazione e incentivazione che si vorrebbe realizzare in futuro al CNR”.
Dopo una serie world café per profilo professionale, è stato sottoposto a tutti i dipendenti un sondaggio, che nelle intenzioni degli ideatori del progetto, consente di ‘valutare’ il livello di importanza e di fattibilità di ciascuno degli elementi individuati nei suddetti incontri. I risultati del sondaggio, confrontati con le posizioni del management dell’Ente, dovrebbero confluire in una proposta da presentare agli organi di vertice per realizzare sistema di valutazione e incentivazione condiviso con i dipendenti. Una sorta di esperimento di ‘democrazia diretta’, quindi, che si traduce in un elenco di criteri di valutazione e di possibili incentivi; i più gettonati dai rispondenti immaginiamo saranno poi proposti al CdA.
Sorvoliamo sui magnifici esiti e progressivi di questi esperimenti di democrazia diretta applicata a vanvera. Sorvoliamo sulla unicità dell’esperimento, che andando contro qualsiasi prassi applicata a livello nazionale e internazionale in tema di valutazione della performance, rappresenta un esempio di cose da non fare se si vuole attivare un processo di costruzione partecipata di norme e procedure. Sorvoliamo altresì sul ‘sondaggio’ e sul testo dei quesiti che avrebbero allarmato anche il più sprovveduto tra i ricercatori e tecnologi, visto che alcune (molte) proposte contenute nell’elenco sono suscettibili di concretare forti limitazioni alla libertà di ricerca.
Ci permettiamo però di ricordare che per legge, la valutazione della performance dei Ricercatori e Tecnologi è normata dal DPCM 15 gennaio 2011, il quale ha stabilito al Titolo IV le modalità del processo di misurazione, valutazione e trasparenza della performance individuale degli Enti di ricerca. Tali modalità sono sostanziate al comma 2 dell’art. 14, nell’individuazione, da parte dell’ANVUR d’intesa con la CIVIT (ora ANAC), di specifici obiettivi, indicatori e standard nonché delle modalità per assicurare il ciclo della gestione della performance dei ricercatori e dei tecnologi.
Quindi, l’intera performance dei R&T degli EPR può essere misurata e valutata solo dopo che l’ANVUR, d’intesa con l’ANAC stabilisca specifici obiettivi, indicatori e standard. Non è quindi pensabile di scorporare una parte di attività dei ricercatori e tecnologi (es. l’attività gestionale dei progetti) dal complesso della performance di queste figure professionali per farne una valutazione a parte. E in realtà a ben vedere non sarebbe neanche tecnicamente possibile. Se poi lo diventa perché c’è un ‘sondaggio’, allora la domanda diventa: il CNR è ancora un ente di ricerca?
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Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 12 del 30 ottobre 2017
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