Succede al CNR che ad ogni cambio di presidenza si apra una nuova stagione di caccia. Le prede non sono però tordi o beccacce ma Istituti piccoli o grandi e loro sedi secondarie, che vengono soppressi, accorpati, smembrati o costituiti in assenza di un disegno organico, spesso senza alcuna valida motivazione scientifica, molte volte contro il parere delle comunità scientifiche coinvolte, con evidenti danni alle attività di ricerca e alla produzione scientifica.
La prima preda della presidenza Inguscio, fisico di origini leccesi, rischia di essere (guarda caso!) la sede secondaria di Lecce dell’Istituto di Nanoscienze (NANO, Istituto afferente al Dipartimento di Fisica e Tecnologie della Materia con sede principale a Pisa) che il CNR ha cercato prima di accorpare all’Istituto di Nanotecnologia (NANOTEC, con sede principale a Lecce) e poi, non potendo adempiere ad alcuni obblighi formali previsti per l’accorpamento, ha deciso semplicemente di sopprimere.
Un’operazione che rischia di disperdere nel nulla una realtà piccola (ma non troppo, potendo contare su 10 unità di personale di cui 7 Ricercatori) per consistenza numerica ma di grande rilievo scientifico, con 3 vincitori dei prestigiosi progetti dell’European Research Council (ERC), per la quale sarà molto complicato il regolare prosieguo delle attività e dei progetti di ricerca in atto.
Questa è un’operazione sulla quale non si sono espressi né il Consiglio Scientifico (di fatto decaduto), né il Consiglio Scientifico di Dipartimento (che non è stato ancora nominato!), e sulla quale si sono invece espressi, negativamente, sia i diretti interessati che l’intero Consiglio d’Istituto di NANO. Siamo quindi in piena violazione delle più elementari regole di funzionamento del CNR, che sono evidentemente considerate da questa Presidenza un orpello fastidioso, del quale ci si può liberare quando si vuole.
Giova ricordare che la soppressione della sede di Lecce non ha alcuna motivazione scientifica (di essa non ve n’è traccia nell’informativa inviata all’ANPRI dal Direttore Generale) e viene giustificata da discutibili ragioni economiche e di gestione e costi degli spazi occupati dalla sede leccese di NANO.
Siamo convinti che la rete scientifica del CNR richieda interventi organizzativi, ma questi devono rispondere a esigenze scientifiche di lungo respiro, in una visione strategica che veda coinvolte le comunità scientifiche (anche in un ruolo propositivo) e che non sia frutto da iniziative estemporanee di singoli Dipartimenti o gruppi di potere. Una riorganizzazione che non sia messa in discussione continuamente, a ogni cambio di Presidenza o di Direzione di Dipartimento (senza neanche attenderne i risultati!), e che salvaguardi le attività di ricerca in svolgimento e quelle già programmate, garantendo il mantenimento (se non il rafforzamento) di tutti i laboratori di ricerca scientificamente attivi e la portabilità dei progetti finanziati da terzi. Una riorganizzazione che dia la possibilità di migliorare la produttività scientifica del CNR, non di frenarla come troppo volte è accaduto.
E in questa ottica ribadiamo la necessità che, nel rispetto della Carta Europea dei Ricercatori e in sintonia con quanto accade nelle migliori istituzioni pubbliche di ricerca internazionali, tutti gli organismi di consulenza scientifica del CNR siano composti da scienziati scelti dalle comunità scientifiche di riferimento, garantendo una adeguata rappresentanza della comunità interna la quale deve concorrere alla nomina dei Direttori di Dipartimento e di Istituto, mettendo fine ad una catena di nomine verticistiche che mal si adattano a governare le comunità scientifiche.
Anche per evitare che i desiderata del potente di turno si trasformino, troppe volte, in un desolante coro di sì.
Gianpaolo Pulcini
Segretario Nazionale, Responsabile CNR