La notizia non è certa ma da più fonti abbiamo appreso che il CNR è intenzionato a restituire agli Istituti una parte (non sappiamo quanto consistente) dei fondi residui prelevati dalle casse degli Istituti stessi a fine marzo, prelievo che aveva lo scopo di colmare, in parte, il buco di bilancio di oltre 19 milioni di euro che l’Ente ha accumulato nel corso del 2015, come da noi prontamente denunciato con il Comunicato del 5 aprile scorso.
Si ricorderà che l’ANPRI iniziò immediatamente una dura campagna contro tale prelievo, lanciando prima la petizione “Restituiteci i nostri soldi: dobbiamo fare ricerca” che in pochi giorni fu sottoscritta da quasi 1000 Ricercatori e Tecnologi dell’Ente, e inviando poi una lettera al ministro Giannini e ai componenti le Commissioni Cultura della Camera e del Senato nella quale sottolineavamo il fatto che in un Ente di Ricerca i finanziamenti ricevuti per lo svolgimento dell’attività di ricerca non possono essere utilizzati per coprire un buco di bilancio dovuto essenzialmente all’inettitudine e all’incapacità di una elefantiaca Amministrazione Centrale (che ad oggi conta più di 600 unità di personale, il 20% delle quali con contratto a tempo determinato).
Non sappiamo quanto possano aver pesato le iniziative dell’ANPRI e la dura presa di posizione di tantissimi Ricercatori e Tecnologi sul quasi certo ripensamento dell’Ente ma, in fondo, non è questa la cosa più importante. Ciò che ci preme maggiormente è che le notizie ricevute oggi siano vere e che il CNR restituisca effettivamente il maltolto, in modo da consentire ai Ricercatori e Tecnologi il prosieguo regolare di tutte le attività di ricerca.
Gianpaolo Pulcini
Segretario Nazionale, Responsabile CNR