Il 5 agosto u.s si è svolto l’incontro con il dr. Salvatore Parlato (Commissario Straordinario CREA), il prof. Michele Pisante (Commissario Delegato CREA) e la d.ssa Ida Marandola (Direttore Generale f.f.).
L’ordine del giorno della riunione era:
- decreto interministeriale
- ricorso alla liquidità
- politiche assunzionali
- attuazione riorganizzazione
- piano della ricerca e strategie di rilancio
In tutto la riunione è durata circa mezza ora. Un tempo evidentemente troppo breve per esaminare nel dettaglio i 5 punti all’ordine del giorno.
Più che un resoconto, trovate a seguire una serie di informazioni e di valutazioni sia su quanto è emerso durante la riunione, sia su quanto non è emerso, che comunque desta grande preoccupazione fra il personale.
Decreto interministeriale: non è ancora stato pubblicato, il che conferma che la previsione contenuta nella legge di stabilità 2015 (1) era quanto meno ottimistica. Il decreto è importante sia per concludere gli aspetti formali legati alla nascita del nuovo ente, sia per capire a quanto effettivamente ammonti il famoso “buco” dell’ex-INEA (50 milioni di Euro, 20 milioni di Euro, oppure qualche milione di Euro). Aiuterebbe a capire se l’INEA fosse effettivamente da chiudere, o se sia stato commesso qualche grossolano errore di valutazione.
Ricorso alla liquidità: all’interno del decreto legge “Enti territoriali”, approvato definitivamente dalla Camera il 4 agosto u.s., è stata inserita la possibilità per il CREA di accedere ad anticipazioni di liquidità nel limite massimo di 20 milioni di euro per l’anno 2015, per il pagamento di debiti dell’ex INEA certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2014. Il tasso di interesse a carico dell’Ente è pari al rendimento di mercato dei buoni poliennali del tesoro a cinque anni in corso di emissione.
Di per sé non è una sorpresa. Già nel 2014 il Commissario straordinario INEA aveva cercato di accedere a liquidità presso il MEF, in modo da pagare le fatture relative a progetti già conclusi. Non significa necessariamente e automaticamente che il buco INEA sia pari 20 milioni di Euro.
Peraltro, il Commissario, durante la riunione con ANPRI, ha affermato che si potrà anche negoziare una somma inferiore a 20 milioni di euro. Insomma, sembra essere un passo essenziale per evitare che anche il CREA incorra nella “trappola della liquidità” che ha strozzato a morte l’INEA.
Politiche assunzionali: si tratta del punto principale dell’agenda della riunione, che presenta molti nodi irrisolti e non chiari. Prima di tutto le stabilizzazioni: avverranno possibilmente entro fine settembre (se l’assenso verbale della Funzione Pubblica alla rimodulazione presentata sarà formalizzato in tempi brevi), con i part-time al 72% da portare al 100% entro giugno 2016.
Al riguardo l’ANPRI vigilerà sul rispetto rigoroso della normativa vigente.
Evidenziamo, inoltre, che il Commissario intende utilizzare, in via prioritaria, i risparmi eventualmente verificatisi con i concorsi pubblici art. 52 (passaggi di livello di Ricercatori e Tecnologi) per l’adeguamento a tempo pieno dei contratti dei nuovi assunti a tempo parziale.
L’ANPRI ha fatto presente che tale soluzione non tiene in alcun conto le legittime aspettative di carriera di Ricercatori e Tecnologi, perché le 25 progressioni previste sono una esiguità a fronte degli oltre 300 aventi i requisiti e che fra questi, in gran parte, vi sono dipendenti che da oltre 20 anni sono nel livello di inquadramento attuale.
Dunque, ha chiesto all’Amministrazione di destinare l’intero importo previsto per i concorsi art 52, 1 milione e 900 mila euro, per le progressioni di carriera dei Ricercatori e Tecnologi, scorrendo le relative graduatorie con gli eventuali risparmi. Concorsi che, se indirizzati verso il pieno riconoscimento del lavoro svolto dai candidati interni, potrebbero consentire un centinaio di progressioni.
All’adeguamento dei contratti part-time dei nuovi assunti si potrà provvedere con le risorse del piano straordinario per l’assunzione dei R&T che il Commissario chiederà al Ministro Martina.
Bisogna infine ricordare che a fine anno scadono molti contratti a tempo determinato, e non è chiaro come saranno attuate le selezioni per i rinnovi. Su questo chiediamo che vengano date precise garanzie per evitare il ripetersi della situazione di fine 2014, con rinnovi fatti all’ultimo minuto e selezioni organizzate in fretta e furia, con svariati problemi per l’avvio dei nuovi contratti.
Complessivamente, pur apprezzando la piccola apertura sulle progressioni di carriera (ex-art. 52 e scorrimenti di graduatorie) e il parziale riequilibrio della pianta organica tra settore amministrativo e ricerca, l’ANPRI ritiene che il rilancio del CREA richieda ancora qualche sforzo in più da parte dell’Amministrazione.
Piano di riorganizzazione: se ne sa ancora poco. Dopo la presentazione ad Expo del 25 giugno, ci sono stati alcuni affinamenti, anche se alcune sedi rimangono tuttora in sospeso. Molto dipende dall’idea della costituzione di un polo agroalimentare da realizzare nel Lodigiano successivamente ad Expo 2015. Restano comunque da chiarire molti aspetti per alcune sedi regionali (in primis, ma non solo, Piemonte, Abruzzo, Veneto, Friuli-Venezia), su cui ANPRI farà avere le proprie osservazioni specifiche in un apposito documento.
Obiettivo dei vertici del CREA è avere il piano approvato entro fine settembre, in modo da poter fare coincidere il rilancio dell’ente con la legge di stabilità 2015, con la quale si spera di ottenere risorse aggiuntive (“qualche milioncino”) per piani di ricerca triennali.
Proprio ANPRI, in occasione dell’intervento specifico a Expo, aveva chiesto a Ministro e Commissario di procedere speditamente e di prevedere un intervento “straordinario” per il rilancio dell’Ente.
Inoltre a settembre 2015 sarà presentato il nuovo statuto ed entro fine ottobre il piano triennale per la ricerca, con l’intenzione di far terminare a fine anno la gestione commissariale e iniziare il 2016 con il nuovo ente pienamente operativo nel nuovo assetto.
Per quanto riguarda lo statuto, non si hanno ancora notizie certe: ANPRI chiede che sia presente nel Consiglio di Amministrazione almeno un rappresentante eletto fra i Ricercatori e i Tecnologi, in analogia con quanto avviene in altri EPR, fra cui il CNR.
Nuova sede di via Po 14: dovrà essere in grado di accogliere circa 400 persone (sostanzialmente ex-CRA sede centrale ed ex-INEA) su 9-12000 m2 . La firma dell’atto presso il notaio era prevista per la mattinata del 5 agosto (questo spiega, anche se non giustifica, il tempo limitato per le riunioni con le OO.SS.). Per tutti gli aspetti relativi alla sede rimandiamo al sito di ANPRI. Per dare un giudizio completo sulla sostenibilità dell’operazione sarebbe necessario conoscere i dettagli dell’accordo nonché del piano completo di tutte le vendite/acquisizioni che il CREA sta effettuando in questo periodo o intende effettuare nei prossimi mesi.
LA DELEGAZIONE ANPRI
(1) “Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono individuate le risorse umane, strumentali e finanziarie dell’INEA trasferite al Consiglio.”