Tra le poche novità del Governo Gentiloni (quasi una fotocopia del governo Renzi) registriamo il cambio di vertice al MIUR, dove al posto di Stefania Giannini arriva Valeria Fedeli, vice-presidente del Senato ed ex-sindacalista di lungo corso.
Il curriculum professionale di Fedeli, maestra d’asilo e poi assistente sociale, è maturato tutto all’interno della CGIL, prima nel pubblico impiego e poi nel sindacato dei tessili.
Ma non sono solo le sue scarse competenze nel settore istruzione e ricerca che in questi giorni fanno discutere, quanto piuttosto quella che lei ha definito “una leggerezza”, vale a dire il fatto che nel suo curriculum il diploma di assistente sociale conseguito alla Unsas (un titolo post-secondario conseguito dopo un diploma triennale di scuola magistrale) sia stato presentato come un “diploma di laurea”. Una gran brutto “scivolone” per chi oggi è chiamato a fare il ministro dell’istruzione (!).
Riconoscendo il suo grave errore, Fedeli si è scusata e ha chiesto di essere giudicata per quello che farà come ministro.
Per quanto ci riguarda, rilevato che tra i politici queste “leggerezze” sono ahimè molto frequenti, cercheremo di non farci condizionare da preconcetti e valuteremo i fatti, a cominciare da come il MIUR saprà adempiere, per ciò che è di sua competenza, a quanto previsto dal decreto legislativo 218 “Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca”.
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