In memoria di Giulio Regeni, il giovane dottorando italiano torturato e ucciso in Egitto, pubblichiamo la lettera che l’Università di Cambridge ha inviato a The Guardian e ai media italiani per la pubblicazione e alle autorità egiziane tramite le ambasciate di Londra e Roma
Lettera aperta di protesta per la morte di Giulio Regeni, sparizioni forzate e torture in Egitto
Lettera aperta al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi
Come membri della comunità accademica di cui Giulio Regeni faceva parte, siamo rimasti profondamente colpiti e addolorati dalla notizia della sua morte. La nostra comunità si è arricchita con la sua presenza. Ora ci sentiamo privati dalla perdita di un giovane ricercatore il cui lavoro affrontava questioni che sono di vitale importanza per la comprensione della società egiziana contemporanea.
Il nostro pensiero va prima di tutto alla sua famiglia e agli amici, in questo momento particolarmente doloroso. Siamo sconvolti dal fatto che il pubblico ministero egiziano dichiari che ci sono stati ampi segni di tortura sul suo corpo.
Coloro che erano a conoscenza della scomparsa di Giulio prima della scoperta del suo corpo erano assai preoccupati per la sua sicurezza, dal momento che è scomparso nel bel mezzo di una campagna di sicurezza che ha portato ad arresti arbitrari di massa, un drammatico aumento di casi di tortura all’interno di stazioni di polizia, e altri casi di sparizioni, secondo la documentazione delle organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani.
Mentre accogliamo con favore la dichiarazione dell’ambasciatore egiziano in Italia, Amr Helmy, secondo la quale le autorità egiziane indagheranno pienamente sulla morte di Giulio, notiamo che, secondo Amnesty International, reparti legati al Ministero egiziano degli Interni e al Ministero della Difesa egiziano sono usi a praticare la stesso tipo di tortura subita da Giulio contro centinaia di cittadini egiziani di ogni anno.
Invitiamo pertanto le autorità egiziane a cooperare con un’indagine indipendente e imparziale in tutti i casi di sparizioni forzate, i casi di torture e morti in detenzione nei mesi di gennaio e febbraio 2016 e a collaborare a eventuali indagini in corso da parte dei magistrati penali sulla morte di Giulio, in modo che i responsabili di questi crimini possano essere identificati e assicurati alla giustizia.
Dr. Anne Alexander (University of Cambridge)
Dr. Maha Abdelrahman (University of Cambridge)