A distanza di più di un anno dal successo della statunitense Google, anche la Cina consegue la “supremazia quantistica” grazie al supercomputer fotonico Jiuzhang, che prende il nome da un antico testo di matematica.
Infatti, Jiuzhang, costituito da una complessa architettura di dispositivi ottici, tra cui sorgenti di luce, specchi, e rivelatori di fotoni, i “quanti di luce” teorizzati per la prima volta da Albert Einstein più un secolo fa, è stato in grado di eseguire correttamente un complesso calcolo algebrico in soli 200 secondi, contro i 600 milioni di anni che avrebbe impiegato il più potente computer “tradizionale” del mondo, così come annunciato in un articolo scientifico, pubblicato dalla prestigiosa rivista Science.
A differenza di Sycamore, il supercomputer di Google, che si basa, invece, sull’uso di bit quantistici e di materiali superconduttori, cioè in grado, a basse temperature, di far circolare la corrente elettrica senza opporre alcuna resistenza, Jiuzhang sfrutta il fenomeno del campionamento dei fotoni, ovvero la possibilità di manipolarli in modo lineare e su vasta scala e di rilevarli singolarmente e con grande precisione. Secondo Scott Aaronson, informatico dell’Università del Texas, questo avveniristico supercomputer potrebbe contribuire significativamente al progresso della chimica quantistica, oltre a tornare estremamente utile nelle tecniche avanzate di crittografia e di protezione dei dati.
Approfondimenti: https://science.sciencemag.org/content/early/2020/12/02/science.abe8770