La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale dell’Umbria, con la sentenza n. 32 del 26 aprile scorso, ha condannato l’attuale ministro Giannini al pagamento di 9.187,50 euro a favore dell’Università per Stranieri di Perugia, di cui la Giannini era Rettore all’epoca dei fatti contestati. Con la Giannini sono stati condannati anche anche l’allora Direttore amministrativo, Paola Balsamo, e i componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, tra i quali Giovanni Paciullo, attuale Rettore.
I fatti risalgono all’aprile del 2008 quando il CdA dell’Università per Stranieri di Perugia, su proposta dell’allora Rettore Giannini, deliberò di subaffittare un immobile sito in via Scortici di proprietà della “Fortebraccio srl” di Perugia, in parte occupato dall’Università stessa. Il 14 giugno veniva, quindi, stipulato un contratto di subaffitto, siglato dalla stessa Giannini, che concedeva i 432 mq disponibili alla società “Il circo del gusto” al prezzo di 81.000 euro l’anno, con l’impegno per la società di trasformare i locali in un’area a destinazione commerciale con “vocazione internazionale e culturale”. Su questi presupposti sarebbe dovuto nascere la “Scuola internazionale di cucina italiana” che, d’intesa con l’Università, era chiamata a varare innanzitutto “iniziative culturali” praticando sconti del 10% a favore del personale e degli studenti dell’Ateneo. Tale Scuola però non vide mai la luce.
Per la Procura contabile la suddetta delibera e i fatti che ne seguirono hanno procurato un danno erariale all’Università in quanto la delibera era frutto di una scelta “incongrua, antieconomica ed irrazionale”, avendo il CdA “autorizzato la stipula di un contratto che impegnava l’Università […] per € 93.600 all’anno […] per un immobile che sarebbe stato utilizzato solo in minima parte per esigenze istituzionali”.
La Corte dei Conti, nel ritenere che “la scelta stessa esprima un grado di attenzione, avvedutezza, prudenza e massimizzazione valutativa degli interessi pubblici perseguiti non adeguato all’importanza degli interessi stessi e si manifesta, perciò, intrinsecamente irrazionale, rispetto alla loro concreta soddisfazione”, ha quindi condannato l’allora Rettore Stefania Giannini, il Direttore amministrativo Paola Balsamo e i Consiglieri di Amministrazione del CdA dell’epoca, riducendo però sensibilmente l’ammontare del danno da risarcire all’Università, fissato in complessivi 61.250 euro.
Assolta solo la dott.ssa Antonella Bianconi, Direttore amministrativo dopo la Balsamo, che è stata esonerata da ogni responsabilità.
A dicembre del 2014, non appena venne rinviata a giudizio dalla Corte dei Conti, la Giannini dichiarò di essere “assolutamente serena e certa della bontà dell’operato mio e del Consiglio di amministrazione che all’epoca presiedevo. Mi preme sottolineare, tuttavia, che le iniziative legate all’istituzione di una scuola di Alta formazione internazionale della cucina italiana sono state approvate collegialmente dal suddetto CdA. In attesa poi di comunicazioni ufficiali da parte della Procura umbra della Corte dei Conti, anticipo che ogni particolare sarà chiarito nelle sedi competenti”. Ora, dopo la condanna, per il tramite del suo legale, l’avv. Luigi Medugno, nell’esprime “moderata soddisfazione perché la sentenza già recepisce molti argomenti della difesa”, il Ministro ha ribadito “l’assoluta correttezza” del suo operato, anticipando l’intenzione di fare appello contro la condanna “che comunque già ridimensiona molto il danno contestato”.
Anche l’attuale Rettore Paciullo, condannato al risarcimento di 3.900 euro, ha dichiarato di ”ritenere che l’unanime decisione assunta dal consiglio di amministrazione fu dettata dalla necessità ed urgenza di destinare agli studenti spazi in un immobile, per la restante parte già di proprietà dell’Università”.