Le indiscrezioni trapelate dalla stampa nelle ultime settimane prefiguravano un consistente taglio lineare sul MIUR, con un drammatico impatto sui finanziamenti ad Università e Ricerca, come denunciato immediatamente dall’ANPRI nel Comunicato del 30 settembre scorso. Invece le anticipazioni attualmente disponibili del DDL Stabilità (v. testo entrato in Consiglio dei Ministri disponibile ad esempio sul sito Altalex) sembrano indicare che il pericolo è scampato, anche se non si può ancora parlare di inversione di tendenza, come farebbe invece sperare l’annuncio di maggiori risorse per 300 milioni di euro per ricerca e innovazione, contenuto nelle slide del Governo presentate dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri.
In realtà, a fronte di una reiterazione del credito di imposta per investimenti in ricerca (art. 7), per i periodi di imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2019, e di un incremento del FFO delle Università (art. 17, comma 13) per 150 milioni di Euro (misure che complessivamente potrebbero corrispondere ai 300 milioni di maggiori risorse annunciate), nel provvedimento si trovano anche alcuni tagli di entità contenuta sia al FOE che al FFO:
- il contemporaneo taglio del FFO (il Fondo di finanziamento delle università) di 34 milioni nel 2015 e di 32 milioni nel 2016 e nel 2017 “in considerazione di una razionalizzazione della spesa di acquisto di beni e servizi da realizzarsi a cura delle università” (art. 28, comma 14);
- un primo taglio del FOE (il Fondo di finanziamento degli Enti MIUR) di 916.000 € nel 2015 e di 1 milione di Euro nel 2016, in previsione dei risparmi che il MIUR realizzerà rideterminando i compensi dei componenti degli Organi degli Enti vigilati dal Ministero (art. 28, comma 18);
- un secondo e più sostanzioso taglio del FOE di 42 milioni di Euro a decorrere dal 2015 (più consistente quindi di quello analogo applicato alle università) “in considerazione di una razionalizzazione della spesa di acquisto di beni e servizi da realizzarsi a cura degli enti di ricerca” (art. 28, comma 19);
Inoltre il DDL dispone l’accorpamento del CRA e dell’INEA in una “Agenzia unica per la ricerca, la sperimentazione in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria” (idea che già circolava per le aule parlamentari, come da noi anticipato nella Newsletter 18/2014), con il consueto rituale della nomina di un Commissario che dovrà ridurre almeno del 50% le attuali strutture territoriali (!) e almeno del 10% le spese per il personale (!!). Da subito, il contributo ordinario dello Stato alla neo-nata Agenzia è ridotto di 3 milioni di Euro. Questa misura viene commentata in un articolo dedicato in questo stesso numero della Newsletter.
Per quanto riguarda le retribuzioni del personale, sempre stando al testo non definitivo, viene prevista all’art. 21 la proroga del blocco della contrattazione per quanto riguarda gli aspetti economici fino a tutto il 2015. La corresponsione della nuova indennità di vacanza contrattuale (IVC) slitta al 31 dicembre 2018. La proroga del blocco degli aumenti retributivi si applica, invece, al solo personale non contrattualizzato (quali i ricercatori e professori universitari) di cui all’art. 3 del decreto legislativo n. 165/2001, e quindi non ai Ricercatori e Tecnologi degli Enti di ricerca.
Se il blocco delle retribuzioni dovesse effettivamente cessare, l’impegno dell’ANPRI per far sì che gli Enti continuassero ad attuare le procedure per il passaggio di fascia stipendiale anche in questi quattro anni di blocco delle retribuzioni (anche se solo con effetti giuridici), consentirà ai tantissimi Ricercatori e Tecnologi che in questi anni hanno conseguito il passaggio alla fascia stipendiale successiva di ottenere, già nella busta paga di gennaio 2015, il meritato aumento stipendiale.
In attesa di seguire l’evoluzione parlamentare del provvedimento dobbiamo constatare che, se alla ricerca italiana viene per il momento lasciato l’ossigeno minimo per la sopravvivenza, certamente sono ancora del tutto assenti gli investimenti di cui avrebbe bisogno per ripartire.