Nonostante la spending review abbia colpito pesantemente anche l’ISS, tutte le attività principali di ricerca e di controllo sono proseguite normalmente. I laboratori per la Certificazione dei dispositivi impiantabili attivi (DMIA) sono funzionanti e il gruppo che vi lavora ha operato costantemente e correttamente in questi 20 anni di attività, applicando le diverse normative che si sono susseguite e aggiornandosi continuamente, sia in campo tecnico, sia in campo documentale (come è stato accertato da una ispezione del Ministero della Salute conclusasi l’estate scorsa).
Le immagini mostrate da Report nel servizio del 5 ottobre scorso, che ha dato avvio alle indagini da parte della Procura di Roma e del Ministero della Salute, sono in realtà il risultato di un accurato montaggio, anche perché non risulta che i giornalisti o i cameraman di Report siano mai entrati in quei laboratori. Molte delle immagini, infatti, non sono dei laboratori dell’ISS e quelle poche inquadrature che si riferiscono effettivamente a laboratori dell’ISS sono spesso commentate con diversi errori tecnici, determinando un informazione non corretta. Ad esempio, ci sono immagini che inquadrano computer obsoleti senza spiegare che l’uso di PC, forse “obsoleti” per l’attività di ricerca ma perfettamente funzionanti, è molto frequente, data la carenza di investimenti, in laboratori di elettronica come consolle di controllo di strumentazione particolare. Sono stati inquadrati anche dei cavi elettrici scollegati, senza però chiarire che quei cavi erano scollegati appositamente e temporaneamente per motivi di sicurezza, in quanto sono in corso dei lavori sulla rete elettrica a cui è collegata la palazzina dei laboratori. Altre immagini, infine, sono totalmente “costruite”, come ad esempio quelle che inquadrano un individuo che illustra la strumentazione: tale individuo non risulta appartenere né ai ruoli dell’ISS, né a quelli del Ministero della Salute.
Inoltre, molti organi di stampa hanno associato le indagini avviate dopo il servizio di Report al Commissariamento dell’Istituto, come se il ministero della Salute avesse provveduto a commissariare l’ISS a cause di presunte irregolarità o illeciti commessi nello svolgimento dei compiti istituzionali. A questo proposito va ricordato che l’ISS è stato commissariato a giugno scorso unicamente a causa di reiterati disavanzi di bilancio (denunciati dalla Corte dei Conti nella sua relazione dell’ottobre 2013).
Ulteriore sconcerto ha suscitato un comunicato stampa del 7 ottobre dell’Assiobiomedica nel quale, con la scusa di voler “tranquillizzare i 700mila portatori di pacemaker”, le aziende associate ad Assobiomedica che producono “la grandissima parte dei pacemaker e dei defibrillatori impiantati in Italia” tengono a sottolineare che esse “non si avvalgono dell’Istituto Superiore di Sanità per la certificazione dei prodotti, ma di altri prestigiosi organismi europei accreditati”, gettando così discredito, non supportato da prove, sull’ISS e sui suoi laboratori.
Pochi giorni fa, infine, il Ministero della Salute, adducendo come sola motivazione il servizio di Report, ha disposto la sospensione, a titolo cautelativo, dell’attività certificativa sui dispositivi medici impiantabili attivi da parte dell’ISS.
Tutti questi accadimenti mettono a rischio la credibilità e la dignità di tutti i lavoratori dell’ISS che con competenza e abnegazione hanno, negli anni, svolto la propria attività istituzionale e di ricerca per la salvaguardia della salute pubblica.
È necessario un intervento immediato da parte dei vertici dell’ISS per accertare rapidamente e con estrema chiarezza il reale svolgimento dei fatti, al fine di evitare che la competenza scientifica, l’integrità dei dipendenti dell’ISS e la credibilità dell’Istituto come organo tecnico-scientifico del SSN siano definitivamente compromessi.