L’ANVUR ha pubblicato lo scorso 20 aprile alcune tabelle di aggiornamento dei dati relativi al conferimento dei prodotti delle Università alla VQR 2011-2014. I dati comprendono i prodotti della ricerca conferiti tra il 4 e il 15 aprile, cioè nell’ultimo periodo di riapertura dei termini che l’ANVUR aveva concesso su richiesta “dei Rettori di alcune Università”, come riportato nella Newsletter 7/2016.
La riapertura, che per molti aveva l’obiettivo di contrastare il boicottaggio alla VQR portato avanti da tanti docenti e ricercatori universitari in segno di protesta sia contro criteri, metodi e finalità della VQR sia contro il mancato riconoscimento, ai fini giuridici, dell’anzianità maturata nei 5 anni di blocco degli stipendi, ha avuto effetti complessivamente modesti. Infatti, durante l’ultimo periodo di proroga sono stati conferiti solo 1821 nuovi prodotti, facendo attestare al 93,8% la percentuale finale dei prodotti conferiti rispetto a quelli attesi, contro il dato del 92,0% registrato alla precedente scadenza del 30 marzo. Una percentuale comunque inferiore a quella della VQR 2004-2010, che fu del 95,3%.
Tra le “grandi” università (quelle con almeno 100 prodotti attesi), il fronte della protesta ha avuto cedimenti presso l’Università di Pisa (passata da una percentuale di conferimenti del 77,1% al 30 marzo a quella del 95,4% al 15 aprile, percentuale vicina al 96,0% della VQR 2004-2010), seguita dagli Atenei di Brescia, Pavia, Parma, Reggio Calabria, Salento, Salerno e Udine, mentre ha retto molto bene a Cagliari, Catania, Genova, Roma La Sapienza, Roma Tre e Urbino.
La tabella seguente riporta la variazione delle percentuali riferite alle VQR 2004-2010 e 2011-2014 (in verde i casi di variazione positiva e in rosso quelli di variazione negativa), limitatamente alle variazioni di almeno 2 punti percentuali e alle Università con almeno 1000 prodotti attesi:
Il calo maggiore è stato registrato per l’Università del Salento (-10,3 punti percentuali, nonostante il “recupero” registrato durante l’ultima proroga), mentre l’incremento massimo si è avuto al Politecnico di Bari (+6,3 punti percentuali).