Il Piano Triennale di Fabbisogno del Personale del CNR e il problema dei precari. Alcuni passi avanti ma molta strada ancora da fare

L’ANPRI ha predisposto un Comunicato sulla versione rivista del Piano Triennale di Fabbisogno del personale del CNR 2017-2019, il quale è parte del più generale Piano Triennale del CNR, discusso nel CdA del 25 aprile 2017.

La rimodulazione del Piano Triennale di Fabbisogno 2017-2019 ridefinisce il programma delle assunzioni derivanti da turn over del personale. Rispetto alla versione illustrata alla riunione informativa con le OO.SS del 7 luglio 2017 i posti passano da 128 a 265, con un incremento di 137 unità.

L’ANPRI, pur rilevando il positivo cambiamento del documento, che contiene ora uno sviluppo ragionevole del personale nel triennio considerato, rileva che resta tuttavia molto debole la presentazione degli obiettivi di sviluppo in materia di politica del personale, in particolare della componente dei ricercatori e tecnologi, rispetto alla programmazione delle attività e degli obiettivi scientifici e tecnologici che il CNR intende perseguire. Se è corretto che il Piano di fabbisogno presenti uno sviluppo coerente rispetto alle norme esistenti e alle risorse disponibili, non appare molto convincente l’assoluta mancanza di raccordo degli obiettivi di crescita del personale rispetto a quelli collegati con il mantenimento di un livello di eccellenza e di competitività internazionale nella ricerca scientifica e tecnologica.

Inoltre il Piano non spende nemmeno una parola per segnalare che i posti per i livelli II e I dei R&T sono praticamente inesistenti, cosa gravissima perché le assunzioni nei profili R&T serviranno a rafforzare una base tutta di terzo livello. Nei prossimi tre anni al CNR i secondi e primi livelli diventeranno una specie rara e saranno vieppiù sostituiti con altri ricercatori e tecnologi III livello, eliminando qualsiasi forma di carriera nella professione scientifica. Una professione senza carriera è un obiettivo compatibile con le esigenze di sviluppo scientifico del CNR e dell’Italia?

Per quanto riguarda il fabbisogno di personale con riferimento all’art. 20 del D.Lgs 75/2017, e le relative esigenze di finanziamento, il Piano fornisce una stima dei precari, e le risorse necessarie per il loro assorbimento. In particolare per l’attuazione del comma 1 (stabilizzazioni) il Piano stima un totale di 1138 posti derivanti da posizioni con contratto a tempo determinato in possesso dei requisiti previsti, e fornisce il dettaglio dei profili, ma non vengono fornite, per come da noi richiesto, indicazioni circa l’anzianità del personale, e soprattutto la sua dislocazione dei TD nelle aree geografiche, nei dipartimenti e negli istituti, elemento essenziale per una corretta programmazione delle stabilizzazioni.

Per l’attuazione del comma 2 (concorsi riservati) il Piano stima un totale di 1469 unità di personale che potrebbe rientrare nell’area di applicazione di questo comma, con un costo presunto di € 69.000.000 circa, ma anche in questo caso non è dato sapere come dette unità siano dislocate all’interno dell’Ente.

L’ANPRI pertanto insiste nel chiedere un Piano di Fabbisogno nel quale siano forniti:

  • una maggiore definizione della situazione dei precari nell’Ente riguardo dove prestino servizio (dipartimento, istituto, sede principale/secondaria, località) e con quale anzianità di precariato;

  • i numeri necessari per una regolare e pianificata ripresa del reclutamento “ordinario”, necessario per garantire l’immissione nei prossimi anni di giovani ricercatori e tecnologi, nonché una programmazione chiara, con tempi e risorse certe, finalizzata ad un’effettiva riattivazione della carriera dei ricercatori e tecnologi.

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Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 10 del 28 luglio 2017.

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