In seguito alla procedura EU PILOT caso 6551/14/EMPL avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia riguardante la disparità di trattamento tra personale a tempo determinato e personale a tempo indeterminato impiegato negli EPR, in particolare il non riconoscimento dell’anzianità maturata in precedenti contratti a tempo determinato, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha avviato, pochi giorni fa, una ricognizione urgente tra tutti gli EPR al fine di valutare l’impatto economico conseguente al riconoscimento della suddetta anzianità.
Tale valutazione è indispensabile per individuare la copertura finanziaria necessaria ad eventuali interventi normativi che evitino l’apertura da parte dell’EU, nel mese di novembre, di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.
La Funzione Pubblica ha quindi chiesto a ciascun Ente di Ricerca di compilare e trasmettere, entro martedì scorso, delle schede riportanti l’elenco del personale di ruolo già destinatario di precedenti contratti a tempo determinato, con il quale si è chiuso, o è in corso, o si può aprire un contenzioso sul suddetto riconoscimento, specificando per ciascun dipendente, tra l’altro, lo stato dell’eventuale contenzioso, le spese legali eventualmente già affrontate dall’Ente, i rimborsi già liquidati o da liquidare in caso di sentenza favorevole al dipendente.
Speriamo che gli Enti o i ministeri competenti non trovino ulteriori ostacoli o sotterfugi al diritto, oramai sancito ad ogni livello, alla piena ricostruzione della carriera e conseguente adeguamento retributivo. Il timore che, piuttosto che riconoscere il suddetto diritto, il Governo cerchi solo il modo di bloccare, con il minimo danno, la procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese è forte. Timore rafforzato dalla recente proposta di riconoscimento della suddetta anzianità fatta dal CNR: riconoscimento sì, ma per un periodo non superiore a 5 anni, in modo da risparmiare un po’ di soldi con chi, pur avendo 6, 7 o 8 anni di anzianità pregressa, accetta l’offerta del CNR per non avviare un contenzioso giudiziale.
Questa notizia è stata pubblicata nella newsletter ANPRI n. 20 del 19 novembre 2015.
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