Alla vigilia delle elezioni politiche l’ANPRI ritiene opportuno ricordare alcuni aspetti che caratterizzano il Sistema della ricerca italiana; abbiamo alle spalle un periodo molto pesante segnato dalla pandemia da Covid19 che ha posto tutti di fronte a scelte inedite. La risposta venuta dall’Europa alla crisi planetaria che si è determinata è stato il varo del PNRR che prevede una cospicua dote di investimenti destinati per una parte significativa ad un sostanziale rinnovamento del Sistema di ricerca e sviluppo nel suo complesso.
Una sfida dunque che assegna a tutto il Sistema impegnato nella ricerca italiana una particolare responsabilità e alla politica il dovere di sostenere adeguatamente questo processo, programmandone da subito il suo mantenimento nel medio-lungo termine. Come è stato autorevolmente sostenuto “È opportuno che gli elettori prima, e chiunque vinca le prossime elezioni poi, comprendano che senza ricerca – e una ricerca pianificata con un importante investimento nei cinque anni della prossima legislatura – l’Italia è destinata a una decrescita (che non sarà felice) e una sempre maggiore dipendenza da altri Paesi” (cfr. https://www.lincei.it/sites/default/files/documenti/Articles/Piano_quinquennale_%20per_la_ricerca_pubblica-2023-2027_Lincei.pdf).
Il Sistema della ricerca italiano soffre certo di problemi e limiti che non abbiamo mai trascurato di rilevare, ma è anche una comunità fatta da donne e uomini che devono trovare stimoli e sollecitazioni, oltre che sicurezze per il loro futuro. L’Italia non è un Paese che attrae ricercatori, anzi fa fuggire quelli che ha, perché non offre loro sufficienti prospettive. Eppure, la produttività di ogni ricercatore italiano, spesso caratterizzata da lavori eccellenti, è mediamente più alta dei ricercatori tedeschi, francesi o americani. Questo risultato è molto importante per far sì che la Ricerca sia una leva per assicurare al Paese un futuro di sviluppo e di crescita sostenibili.
Per quanto tempo ancora ciò potrà continuare in assenza di concreta presa di coscienza da parte della Politica? Tutti i Partiti devono necessariamente mettere nella dovuta evidenza la discussione sulla politica scientifica e sul futuro del Paese, osservare con attenzione e spirito critico le scelte istituzionali che si presentano.
Una questione che riteniamo vada prioritariamente affrontata è quella della circolarità nel Sistema della ricerca, premessa essenziale per aumentarne e sostenerne l’efficacia nel tempo. Al fine di rendere effettiva tale circolarità è necessario completare con apposita normativa l’armonizzazione dello stato giuridico dei ricercatori che operano negli Enti Pubblici di Ricerca.
Invitiamo pertanto tutte le forze politiche che concorreranno alla prossima legislatura a farsi carico di questa e delle altre problematiche che limitano la capacità del nostro Sistema della ricerca di esprimere tutte le sue potenzialità.